Entrando nel vivo del patrimonio boschivo del Dominio Collettivo di Guardea apprendiamo che è un patrimonio indisponibile e inalienabile, destinato a rimanere all’intera comunità in godimento perpetuo, come lo è per tutti gli altri domini collettivi.
L’Ente ha una superficie di circa 470 ettari, costituita prevalentemente da bosco ceduo, completamente destinato all’uso civico, da quando l’attuale amministrazione ha eliminato la possibilità del taglio per uso commerciale.
Contemporaneamente è stata introdotta un’importante novità: ferma restando la possibilità per gli Utenti interessati di abbattere da soli la porzione di bosco assegnata, l’Amministrazione ha voluto introdurre un servizio aggiuntivo per chi non può provvedere da solo al taglio della legna. Così dal 1998 ciascun Utente può usufruire della consegna al proprio domicilio di 40 quintali di legna a stagione, ad un prezzo competitivo rispetto a quello di mercato.
Le proprietà del Dominio Collettivo di Guardea
Iniziamo il nostro viaggio diretti a Guardea Vecchia.
La familiare sagoma del rudere appare in lontananza. Man mano che si sale, i resti delle antiche mura si mostrano in tutto il loro maestoso fascino. Ci avviciniamo fino a scorgere la torre, recentemente restaurata dall’attuale proprietario, dopo secoli di abbandono, con un intervento di solidificazione della struttura per impedirne il crollo.
Ci concediamo una sosta e ci godiamo la vista dei monti, che incorniciano la Valle di Cocciano. Ecco il Monte Corvo, con il suo grande scoglio, e poi la valle Lucana e San Benedetto, famoso per le “fughe”, grandi e profonde spaccature che si aprono in profondità nella roccia. E poi ancora la piana del Ceraso e Le Cese, il Fondo Lugnano, il Castellare, e i tre Fondi: le Felci, il Mancino e Le Mandrie, per chiudere con il monte Civitelle, da quassù il lembo estremo di queste pendici appenniniche.
La Valle del Tevere e l’oasi di Alviano
Completata la panoramica dei monti, ci lasciamo catturare dal fascino della valle del Tevere. Nel fondovalle il lago di Alviano, bacino artificiale che si è via via popolato spontaneamente di specie animali e vegetali ed oggi è un’importante Oasi naturalistica, gestita dal WWF.
Spostiamo lo sguardo in cima alla collina quasi dirimpetto a Guardea Vecchia, dove sorge il Castello del Poggio, in passato dimora di personaggi famosi.
La Pineta e il Monte Aiuola
Scendiamo dalla torre dell’antica Guardea e sostiamo al parco “Aiola”, la cosiddetta pineta.
Sorse negli anni Settanta su un terreno di circa 13 ettari ceduto gratuitamente dal Dominio Collettivo al Comune di Guardea.
Il magnifico panorama il bosco, il campo da tennis, i giochi per bambini, la nuovissima struttura per il camping, tutti validi motivi per trascorrere qui una piacevole giornata, con tanto di area attrezzata per i pic nic con caminetti e grandi tavoli all’aperto.
Valle Di Cocciano e Valle Lucana
Ed ora scendiamo verso Cocciano, risaliamo la strada di Valle Lucana e ci addentriamo nel bosco, diretti a San Salvatore.
A un’altitudine di 660 metri, accanto ad una bellissima pianta di leccio troviamo un invaso, che anche in estate conserva una discreta quantità d’acqua. E’ la famosa “troscia” di San Salvatore, in passato un riferimento per gli allevatori che tenevano le mandrie al pascolo su questi monti e qui le abbeveravano.
Ora è un punto di “ristoro” per la fauna spontanea: cinghiali, volpi, istrici, ma anche martore, tassi, donnole, ricci e uccelli di tutte le fogge e dimensioni: sparvieri, cardellini, pettirossi, lucherini, passeri, tordi, colombacci e poi ancora fringuelli, quaglie, ghiandaie, senza dimenticare la civetta, l’allocco, il barbagianni e l’upupa, dal nome lugubre, ma dalla bellissima livrea.
Cava della Breccia e Valli Cruci
Torniamo indietro e saliamo verso la Cava della Breccia, lungo una strada delimitata da alberi e arbusti: cerri, carpini, cornioli, olmi, ginestre e una roverella quasi soffocata dalle cosiddette “stracciabraghe”, smilax per gli esperti.
Arriviamo fino a Valli Cruci, dove c’è un altro invaso, piccolo ma vitale, come lasciano intendere le ranocchie presenti, la Troscia Cerri.
Piani Cruci e la strada Guardea-Frattuccia
Poco più in basso inizia la strada Guardea-Frattuccia, ultimata da pochi mesi dalla Comunità Montana su un’area di bosco in località “Vallone del Lupo”, ceduta dal Dominio Collettivo al Comune di Guardea nel 2006.
La strada ha posto fine a decenni di discussioni, promesse e ripensamenti, collegando finalmente il centro del paese con la frazione di Frattuccia. Il nuovo percorso, oltre all’utilità pratica, offre la possibilità di una comoda passeggiata in mezzo alla natura, gustando la bellezza del bosco d’alto fusto.
In cima alla salita gli scorci mozzafiato e la radura dei “Caminetti”.
Osteriaccia, Fondo Mancino, Monte Cesa Cupa
Torniamo verso l’”Osteriaccia” e proseguiamo in direzione di Alviano, alla volta del “Fondo Mancino”. Qui, proprio lungo la strada, è ben visibile uno dei tanti termini che delimitano i confini della proprietà.
Ci avventuriamo in direzione di “Cesa Cupa”. Raggiunta una radura proseguiamo a piedi, verso l’invaso, che qui risulta completamente asciutto. Il bosco è maestoso e merita la fatica di un’escursione: gli alberi secolari danno la sensazione di un bosco intatto e inviolato dove l’uomo è ancora un ospite e non il padrone.
Qui vicino troviamo alcuni posti fissi per la caccia al tordo e al colombaccio.
Sono i cosiddetti alberetti, concessi agli Utenti che ne fanno richiesta dietro pagamento di una quota annuale.
Sulla superficie del Dominio ce ne sono 8 per la caccia al colombaccio, tutti assegnati, e 36 per la caccia al tordo, di cui 25 assegnati e 11 disponibili.
Sono costituiti da un capanno, celato da foglie e rami, intorno al quale viene fatta la cosiddetta “rasata”: una specie di piccolo giardino, con sentieri delimitati da siepi, sulle quali svettano rami secchi dove andranno a posarsi gli uccelli… facile bersaglio per i cacciatori appostati nel capanno.
I Pianali e il Fondo delle Mandrie
Torniamo verso la radura dei Pianali e scendiamo verso il “Fondo le Mandrie” per completare un percorso che offre, tra l’altro, una significativa carrellata sulla flora presente nei nostri boschi.
Si incontrano querce maestose, ornielli, aceri, farnie… e poi agrifogli, corbezzoli, ciavardelli, sorbi, ginepri… ma anche il pungitopo, la ginestra dei carbonai e tante altre specie dei monti amerini che vi invitiamo a scoprire su questi sentieri.
Siamo giunti a ridosso della strada Amerina.
Qui termina il nostro viaggio, sotto questi lecci posti come due colonne ad indicare l’ingresso al Fondo Le Mandrie.
Un monito per ricordarci che il bosco è un mondo magico e affascinante che ci aspetta con le porte aperte, ma pretende tutto il nostro rispetto e la nostra cura. E’ un tesoro inestimabile che abbiamo avuto in prestito dai nostri padri per riconsegnarlo intatto ai nostri figli.
Si ringrazia Sabrina Zappetta per il materiale e il Dominio Collettivo di Guardea.