Dell’eremo di Santa Illuminata ne abbiamo raccontato altre volte, abbiamo fatto diverse escursioni in questo posto magico, sia in una occasione particolare per raccogliere donazioni in favore di AIRC e persino in escursione in notturna con uno stupendo scenario che ha accolto il pubblico dello spettacolo “il mercante di stoffe”.
Da sempre è un luogo ricco di significato per la nostra comunità e per quella di Alviano: luogo di spiritualità e di devozione condivisa.
Recentemente ricostruito, è tornato all’originario aspetto grazie ad un attento e scrupoloso lavoro, di cui ho raccontato qui.
L’inaugurazione della ricostruzione
Il 13 aprile 2024 è stato solennemente inaugurato con grandissima partecipazione da parte di tante persone. Questo luogo magico sarà di nuovo meta di passeggiate e tutti ci auguriamo in una nuova stagione per questo posto ricco di storia e vita camaldolese e francescana.
A seguire una lettera di ringraziamento che ricevo e pubblico.
È indirizzata alla persona che ha seguito i lavori di ricostruzione da parte di un suo amico.
Si tratta dell’architetto Franco della Rosa che ha già raccolto e documentato il sito di Santa Illuminata negli anni 80, infine ha seguito con scrupolo i lavori di ricostruzione dell’antico romitorio.
Caro Franco,
dopo vari decenni di amarezza nel constatare il graduale ma ineluttabile disfacimento, ad opera dell’incuria e dei predoni, del complesso conventuale di S. Illuminata ho visto risorgere, anzi il verificarsi di un autentico “miracolo” di una ricostruzione in anastilosi con quanto rimasto nel nostro immaginario collegato ad un’unica foto superstite risalente ai primi anni del ‘900.
La questione degna di nota è che questa volta, con valori consuetudinari contrapposti, il miracolo è stato fatto da un Architetto ed un Sindaco nei confronti di una Santa (di solito sono i santi a compiere miracoli).
É stato ricostruito tutto con mentalità certosina anche nei minimi particolari: dalla calce alle pietre antiche reperite, riutilizzando, ove possibile, le ormai ridottissime preesistenze, inglobandovi reperti archeologici riscoperti in varie aree, così da valorizzare con un assetto omogeneo elementi che, sparsi ed inutilizzabili come erano, non potevano creare un positivo e godibile substrato culturale, come, in effetti, ora è accaduto.
Da evidenziare, a mio parere, la salvezza dell’unico ambiente rimasto in piedi e snobbato da sempre dell’antico convento quattrocentesco, la cui copertura a volta stava inesorabilmente crollando tanto che, ogni qualvolta andavo a visitare il sito, queste condizioni mi provocavano francamente un grosso rammarico: ora è ridiventata una splendida abside coronata da originario arco trionfale costituito da conci di travertino locale finemente lavorati entro cui sono tornate a rifulgere candele che con il loro profumo e la loro ieratica luminescenza possono essere considerate alla stregua di una salmodia e ricreare un’atmosfera del tutto coerente con il resto della chiesa.
Il giorno tredici ultimo scorso (13 aprile 2024 ndr) è avvenuta l’inaugurazione del ricostruito complesso, ebbene, oltre alle diverse autorità e rappresentanti del clero ho potuto rilevare un’affluenza di popolo guardeese ed alvianese a dir poco incredibile.
Notevole è stato l’impatto emotivo con questa rinnovata ed inaspettata realtà (tutto ciò sembra quasi impossibile), manifestata palesemente dagli astanti, ma soprattutto da rimarcare è la commozione verso questo evento dimostrata da persone anziane che hanno visto rifiorire il convento della loro infanzia, alcuni più anziani avevano addirittura assistito alle ultime funzioni celebrate in loco prima dell’abbandono e rovina definitiva.
Mi sento in dovere e piacere di esprimere un grosso ringraziamento a Franco Della Rosa per aver ricostruito un sito del genere con notevole e filologica competenza, ma soprattutto per aver permesso di riassaporare certe emozioni che hanno pervaso le corde più sensibili di tante persone, anziane e non.
Non è stato soltanto un lavoro ineccepibile dal punto di vista tecnico/architettonico, ma ha rappresentato un coacervo di peculiarità che possono coinvolgere sicuramente la religione, misticismo anche laico e diversi altri valori sia contemplativi che concreti, quali la tradizione unita alle più svariate storie a cui Guardea rimane molto affezionata e devota.
Per chiudere il discorso posso, a mio avviso, tranquillamente ribadire che questa inaugurazione ha rappresentato un’autentica apoteosi rivolta al lavoro di Franco che è riuscito a convogliare ed operare una sorta di sintesi nei confronti di interessi di natura prettamente culturale e risvegliare una sorta di pathos dai notevoli risvolti introspettivi, umani e, per chi ci crede, anche religiosi.
Paolo Boccalini
Uniamo i nostri ringraziamenti indirizzati sia a Franco Della Rosa che all’Amministrazione che ha reso possibile tutto questo.
Ringraziamo anche Marco Ludovisi – Il Fotogiramondo che ha immortalato come sempre la bellezza del momento.