I Borghi più belli d’Italia è un’associazione privata che ha l’obiettivo di promuovere i piccoli centri abitati italiani caratterizzati da un notevole interesse storico e artistico. Fondata nel marzo 2001 su iniziativa della Consulta del Turismo dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), l’associazione mira a preservare, tutelare e valorizzare questi borghi che, nonostante il loro grande valore, rischiano di essere dimenticati a causa della loro posizione al di fuori dei principali circuiti turistici, con conseguente degrado, spopolamento e abbandono.
Inizialmente composta da circa cento borghi, l’associazione è cresciuta fino a raggiungere nel 2023 il numero di 363 membri. L’obiettivo principale dell’associazione è di contribuire alla salvaguardia e alla valorizzazione di questi borghi, offrendo loro visibilità e promuovendone le caratteristiche storiche, artistiche e culturali.
Attraverso le attività di promozione, valorizzazione e tutela dei borghi più belli d’Italia, l’associazione contribuisce a preservare il patrimonio culturale e storico del Paese, offrendo ai visitatori l’opportunità di scoprire e apprezzare la bellezza e l’autenticità di questi luoghi unici.
Due castelli situati ai piedi dei Monti Amerini, (Lugnano in Teverina e Montecchio) anticamente costruiti come posti di guardia a difesa dei monti e della valle del Tevere che nei secoli poi sono cresciuti e si sono espansi, ma hanno mantenuto il loro antico fascino, tanto che oggi sono considerati tra i Borghi più belli d’Italia.
Lugnano in Teverina, uno dei Borghi più belli d’Italia
Costruito su un colle roccioso e protetto a nord e nord-est da una catena dei Monti Amerini, è conosciuto soprattutto per la sua bellissima Collegiata.
Dalle antiche mura, si gode di uno splendido panorama sulla valle del Tevere. Il territorio, prevalentemente collinoso, si estende per circa 3000 ettari tra coltivazioni cerealicole, vigneti ed oliveti dai quali viene prodotto olio extra-vergine di ottima qualità. Della vocazione olivicola ne è infatti testimone il progetto Olea Mundi.
Già in epoca romana, Lugnano faceva parte del sistema agro-produttivo del territorio amerino, come testimoniano documenti e importanti ritrovamenti archeologici nel sito di Poggio Gramignano, i cui reperti sono raccolti presso l’Antiquarium del Museo Civico del paese.
Nell’alto e basso medioevo, Lugnano si è trasformato in Comune intorno all’anno Mille, soggetto a vari signori che si contendevano il territorio, tra cui i Farolfi, i conti Bovacciani di Todi, il visconte Tebaldo Vagliante, Tommaso da Alviano e gli Orsini.
Lugnano è stato alleato della città di Orvieto, con cui ha condiviso la contesa tra Guelfi e Ghibellini. Documentata da una Bolla di Gregorio IX (1 Aprile 1239) è la vittoria dei Lugnanesi e degli Orvietani contro Todi e Amelia che avevano tentato di assalire Lugnano per avere il controllo del Tevere.
Il borgo è ancora racchiuso all’interno delle mura di difesa risalenti al IX secolo. Tra i suoi torrioni si può ammirare ancora integra la bella Torre Palombara. Fino al 1622, la porta di S. Antonio posta nel lato est delle mura era l’unico accesso al borgo per chi percorresse le vie secondarie collegate all’antica Strada dei forastieri, oggi via Amerina.
Il piccolo borgo di Montecchio e la sua storia
Il toponimo Montecchio deriva dalla parola “monticulus”, che significa “piccolo monte”. Il borgo rurale fortificato, noto nei documenti medievali come Castrum Monticulus, sorge infatti sulla sommità di una montagnola. Situato su un’altura che domina la valle del Tevere, Montecchio conserva intatto il fascino del Medioevo con i suoi vicoletti, le piazzette, la tonalità chiara della pietra e le poderose mura di cinta con le torri di difesa.
Il borgo, con forma vagamente ellittica, è tra i meglio conservati della vallata, circondato da morbide colline di ulivi e fitti boschi che rendono il paesaggio vivido e rigoglioso. La necropoli umbro-etrusca del Vallone di San Lorenzo, scoperta dall’archeologo Domenico Golini alla metà dell’Ottocento, rileva l’esistenza di un insediamento italico, forse uno dei castella citati da Livio come avamposti della città etrusca di Velzna, l’attuale Orvieto.
Il nucleo originario del castello risale al 1165 ed è opera della famiglia Chiaravalle di Todi. Per anni Montecchio fu il rifugio dei ghibellini Chiaravalle. A Montecchio le autorità religiose avevano dovuto trasferirvi la sede parrocchiale. Vennero costruite la Chiesa, una Casa Parrocchiale, una Casa Comunale ed una Casa della Comunità. Erano state istituite Confraternite e costruite case e botteghe.
Nel corso dei secoli, il controllo del borgo passò attraverso diverse famiglie nobili, tra cui Chiaravalle, Alviano, Baschi, Colonna, Atti di Todi e Corsini.
La Piazza della Concordia è il cuore pulsante del borgo, mentre la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, edificata nel Quattrocento, testimonia l’importanza religiosa del luogo.
Montecchio è un luogo intriso di storia, con una posizione strategica che lo ha reso importante nel corso dei secoli. La sua bellezza medievale, la sua ricca storia e il paesaggio circostante lo rendono un luogo affascinante da visitare.
Cosa arricchisce davvero il paesaggio dei dintorni? La rete sentieristica dei Sentieri Amerini! Collegano i due borghi più belli d’Italia con gli altri paesi dall’altro lato dei monti amerini, e oggi sono percorsi da escursionisti a piedi, in bici a cavallo proprio come un tempo erano percorsi da viandanti, commercianti e pastori.
È un privilegio poter camminare lungo questi sentieri e godersi la bellezza naturale che ci circonda.