Ai piedi dei Monti Amerini si stende la valle del Tevere, ai confini fra l’Umbria e il Lazio. Proprio qui, nei comuni di Guardea, Alviano, Montecchio e Civitella d’Agliano ha sede una delle Oasi più grandi del WWF.
L’oasi WWF di Alviano ha avuto origine da uno sbarramento del fiume Tevere. Il lago che si è formato che per la maggior parte è profondo solo 30 cm, costituisce così una zona paludosa e acquitrinosa con un ecosistema adatto alla riproduzione ed alla sosta di moltissime specie di uccelli acquatici, oltre ad un vasto numero di mammiferi, rettili, anfibi ed insetti. L’area comprende tutti gli ambienti tipici delle zone umide ad acqua dolce: palude, stagno, acquitrini, marcita, bosco igrofilo, tra i più estesi dell’Italia centrale.
La storia dell’Oasi di Alviano
Nel 1963 i campi ad Alviano e Guardea nei pressi del Tevere furono allagati in seguito alla creazione di uno sbarramento sul fiume allo scopo di produrre energia elettrica da parte dell’Enel.
Tutti i campi nell’area scomparvero sotto acque poco profonde e in poco tempo divennero un ambiente umido particolarmente adatto agli uccelli acquatici.
Le acque basse fecero proliferare vaste superfici di piante con le radici nel fango e su queste cominciarono a riprodursi i pesci e le rane.
Tutta questa vita era una manna per la gran quantità di uccelli soprattutto verso la fine dell’estate e provenienti dal nord Europa in località dove trovare il cibo era impossibile per cercare di superare gli inverni gelati.
Fin dall’inizio della sua comparsa il Lago di Alviano si qualificò come una importante zona per la sosta e la nidificazione di uccelli acquatici, aspetto che notarono anche i cacciatori che infatti accorrevano numerosi anche da fuori regione.
Venivano costruiti molti capanni di caccia intorno all’area qui i cacciatori riempivano il loro carniere. Ma all’inizio degli anni 70 iniziarono a far sentire la loro voce le associazioni degli ambientalisti.
Si arrivò così ad istituire una zona di caccia vietata e di riserva e l’autunno e l’inverno del 1978 furono memorabili sul Lago di Alviano. Senza la caccia gli uccelli si nutrivano e vivevano a migliaia in libertà come in una grande festa anche per chi si era battuto per salvarli.
Le battaglie per valorizzare L’Oasi
Nel 1983 la provincia di Terni fece costruire il primo sentiero natura attrezzato per le visite. Nel 1989 quando era già da tempo realizzata con la collaborazione con il WWF Italia la Provincia fece costruire un secondo sentiero. Grazie alla partecipazione di Enel proprietaria dello sbarramento sul Tevere assieme al WWF nel 1990 nasce un progetto di valorizzazione naturalistica ed educativa per attrarre finanziamenti da Fondi comunitari. Fu così che nel 1994 La Provincia fece costruire una grande aula all’aperto per accogliere i visitatori. Nel 1995 venne firmata un’altra importante convenzione tra Enel e Provincia e fu Istituito il Parco Regionale del Tevere che include anche tutto il perimetro dell’Oasi. Con fondi regionali e del Ministero dell’Ambiente, nel 1996 fu realizzato un laboratorio didattico nella Foresteria del WWF e iniziarono i lavori di riqualificazione naturalistica nell’ambito di un contratto. Il contratto chiamato LIFE NATURA, con cui l’ENEL ha realizzato interventi significativi riqualificando aree che non avevano più contatto con le acque: gli acquitrini, la prateria allagata e i pantani, le lagune interne isolate da argini, isoloni adatti alla riproduzione degli uccelli per più di cento ettari di territorio umido. Dall’autunno del 1998, il periodo in cui sono terminati i lavori, rappresentano un importante laboratorio di ricerca scientifica ed modello di riferimento esportabile e ripetibile per altre esperienze.
L’evento distruttivo, la piena del 2012
Purtroppo nel 2012 la rovinosa piena del Tevere e del suo affluente Paglia provocò effetti devastanti all’Oasi di Alviano, spazzando via in poche ore anni di fatiche, lavori, studi e tanta passione. Il fango aveva invaso tutto e l’acqua ritirandosi, dopo due giorni, aveva lasciato cataste enormi di detriti in uno scenario devastante. Il sentiero natura fu per gran parte eroso e invaso da tonnellate di detriti con tronchi enormi, i ponti in legno furono spazzati via assieme a 4 osservatori. Le recinzioni, le incannucciate, le staccionate, le bacheche ed i pannelli didattici furono travolti dalla piena. Questo disastro avvenne in un momento di grande splendore per l’Oasi, in cui si iniziava a raccogliere i frutti di tanta fatica. Erano infatti raddoppiati in 3 anni le visite dalle scuole e il numero di visitatori. C’era stato un aumento della biodiversità, delle presenze e dei nidificanti oltre a riconoscimenti anche da altre Associazioni.
La riapertura dell’oasi e i capanni di birdwatching e fotografia naturalistica
Nonostante la completa distruzione a seguito dell’inondazione del 2012, l’Oasi WWF Lago di Alviano è stata ricostruita in modo impeccabile grazie alla tenacia, alla passione e all’impegno degli operatori, rendendola ad oggi meta ambita da fotografi naturalisti ed appassionati.
L’Oasi di Alviano sotto l’aspetto fotografico offre molte opportunità, è infatti possibile affacciarsi in palude, sui prati umidi, attraversare un bosco igrofilo, costeggiare gli stagni didattici e un piccolo frutteto antico.
Ci sono i capanni che si affacciano sulla sponda nord, come il capanno “0” che essendo circondato dal canneto è ottimo per fotografare sgarze ciuffetto e altri ardeidi che vanno ad alimentarsi.
Inoltre i posatoi sono spesso frequentati dal Martin Pescatore e durante l’inverno si può scorgere fra le canne anche il tarabuso. Nello spesso periodo si possono avvistare centinaia di moriglioni, mestoloni, fischioni, alzavole, canapiglie che popolano la palude. D’inverno sono oltre 12.000 gli uccelli che si nutrono nelle generose acque basse del lago.
All’interno del percorso vi sono altri capanni strategici che offrono un bel punto di osservazione, come il capanno PDR che offre una visuale quasi a pelo d’acqua per immortalare il Martin Pescatore durante le sue “esibizioni” di pesca.
Altri capanni muniti di una feritoia a livello dell’acqua permettono di fare ottimi scatti.
In fondo al sentiero si trova l’Aula didattica, un enorme osservatorio a due piani con un’ottima visuale sul lago che permette di fotografare l’avifauna in volo.
Nei capanni verso le praterie allagate è possibile durante la primavera osservare i numerosi nibbi bruni e la poiana che vengono a riprodursi nell’Oasi.
Sul sentiero parallelo, all’interno del bosco, sono situati i capanni dei passeracei che ospitano specie interessanti come il picchio muratore ed il picchio rosso maggiore, oltre alle varie specie di passeriformi più comuni. Sono frequenti i passaggi degli scoiattoli rossi, oltre che del moscardino, inoltre in varie occasioni è stato avvistato anche il gatto selvatico.
Poco distante si snoda il vecchio sentiero, che prosegue per diversi chilometri addentrandosi in un bosco planiziale e costeggiando le sponde del Tevere, tra lago e palude, si può completare un percorso di sette chilometri quasi del tutto pianeggiante. Un percorso che permette di godersi tutta la tranquillità e la bellezza dell’Oasi.
Oasi WWF di Alviano, non solo birdwatching!
Ad oggi l’Oasi WWF di Alviano rappresenta una delle zone umide più interessanti in Italia: in ogni stagione è possibile osservare gli uccelli senza disturbarli percorrendo il sentiero ad anello di un chilometro e mezzo (accessibile anche ai disabili) dotato di numerosi capanni di osservazione, un’aula didattica e una torre di avvistamento.
I capanni sono stati progettati e realizzati per favorire l’avvistamento e la fotografia naturalistica, senza disturbare gli animali, anzi riuscendo a osservare le loro abitudini. All’interno dell’Oasi, per promuovere l’attività educativa, è presente il Centro di Educazione Ambientale “Oasi di Alviano”, con uno stagno didattico dove si svolgono anche attività di ricerca scientifica. Le visite sono aperte a scolaresche, gruppi e singoli nel periodo da settembre a maggio.
Per informazioni:
Tel. 333/7576283
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