Il territorio dei Monti Amerini è costituito prevalentemente da rocce calcaree le quali danno origine a molteplici fenomeni carsici, alcuni anche inaspettati. Nel corso delle nostre escursioni abbiamo già avuto modo di visitare i cosiddetti “Catonacci”, crepacci di varie dimensioni creatisi in epoche preistoriche trasversalmente al versante di Monte Alocco.
Oppure i “pitali” curiosi fori nella pietra quasi perfettamente circolari localizzati a Piano Piloni.

Grotta Porcina sui Monti Amerini
Ancora più interessanti sono le numerose grotte tra le quali spicca sicuramente per importanza la “Grotta Bella” utilizzata come abitazione dalle antiche popolazioni e che ha restituito importanti reperti.
Nel territorio di Guardea invece è nota la “Grotta Porcina” il cui nome è probabilmente dovuto al fatto che veniva utilizzata come ricovero notturno per i suini lasciati allo stato brado. Quando le grotte seguono uno sviluppo verticale, vengono chiamate dialettalmente “Fughe”. Sentendone parlare dagli anziani sembra abbiano sempre avuto un qualcosa di inquietante e misterioso.

“Grotta di campo di mezzo”
Racconta un signore di Cocciano che a San Benedetto se ne aprì una in una sola notte con conseguente timore per gli animali al pascolo.
Di alcune si narrano curiosi ed improbabili esperimenti come versarvi all’interno del liquido colorato o dei semi per poi ritrovarne le tracce a chilometri e chilometri di distanza.
Purtroppo di alcune in prossimità delle abitazioni se ne faceva a volte anche un uso a dir poco deplorevole, venivano cioè utilizzate per disfarsi delle carogne degli animali morti o dei cuccioli soppressi.

Fuga di San Benedetto
Hanno poi quasi tutte la caratteristica di “respirare”, tanto basta per considerarle un fenomeno quasi vivo.
Dal punto di vista geologico invece il loro respiro è dovuto alla differenza di pressione ed umidità tra l’aria interna e l’esterna. Di queste cavità è costellato il territorio nazionale.
Solo il catasto umbro ne ha censite 741 delle quali, 19 nel comune di Guardea, 7 ad Alviano, 16 ad Amelia, 21 a Baschi, 5 Lugnano e 2 Montecchio, (per la cronaca a Costacciaro ce ne sono 62, a Narni 68 e a Terni 75).
Alcune sono vere e proprie voragini di enorme diametro come il “Vorgozzo” a Civitella del Lago, altre così strette da permettere appena il passaggio di una mano.
I maggiori fenomeni carsici sui Monti Amerini
Grazie ai vari gruppi speleologici attivi sul territorio, di molte abbiamo una particolareggiata planimetria la quale ci fa capire quanto siano articolate nel sottosuolo e magari a fronte di un ingresso angusto si allarghino poi in enormi locali.
Poiché si trovano quasi tutte nel folto del bosco, si sta cercando di localizzarle con i moderni GPS in quanto con il vecchio sistema cartaceo un errore di pochi secondi di grado comporta l’impossibilità di trovarne l’ingresso.

Planimetria della Fuga di San Benedetto
Nel territorio di Guardea sono ubicate prevalentemente sui versanti sud di Monte Alocco e Monte San Benedetto. Curiosamente non si hanno notizie di fughe a Monte Corvo che si trova tra i due. Inoltre ce ne sono diverse nella zona a cavallo tra il territorio di Guardea e quello di Alviano.
La più facile da esplorare in quella zona e la “Grotta di campo di mezzo” il cui ingresso si trova sul fondo di una volta crollata, seguendo un andamento pianeggiante per una ventina di metri per poi proseguire in una fenditura verticale della roccia.
E’ ovviamente sempre raccomandata l’esplorazione al seguito di personale addestrato.