L’autunno ci affascina ogni anno con le sue atmosfere misteriose ma allo stesso tempo meravigliose e incantate. Ammirare il fenomeno del foliage, ovvero delle foglie che cambiano colore assumendo tonalità tra il rosso, il giallo e l’arancione e poi cadono, è uno spettacolo unico e imperdibile per questa stagione. Il termine foliage ha origini dall’inglese foilage ed indica, in senso stretto di “disegno che ricorda le foglie“, dal termine feuillage proveniente dal francese antico, dalla “foglia” di feuille o ancora dal latino folio. Più semplicemente, il termine foliage indica il cambiamento di colore delle foglie di alberi, come querce, aceri, frassini, tigli e simili, che avviene in autunno, prima della loro caduta. La temperatura influisce molto sull’intero processo che si innesca negli alberi, di conseguenza, non tutti gli anni sono uguali e neppure questo affascinante fenomeno si presenta allo stesso modo nello stesso luogo.
- Corbezzolo
In alcune aree dei monti amerini, in particolare zone sui 500 mt il corbezzolo e la macchia bassa di erica sono protagonisti. In autunno è facile incontrare alberi carichi di questi frutti colorati, a volte con gradi di maturazione diversi e tinte che variano dal giallo al rosso acceso. Al contempo la pianta può portare aventi anche la fioritura, davvero uno spettacolo di colori e un ottimo ristorante per le api che bottinano il nettare.
- Orniello
Chiamato anche frassino è misto alla vegetazione sempreverde dei monti amerini presentando una colorazione che varia dall’arancio – giallo al rosso intenso. Spesso usato per costruire i posatoi negli appostamenti di caccia fissi, si lascia notare sui monti amerini in autunno come a primavera, stagione in cui si riempie di infiorescenze bianche che fanno sembrare il bosco cosparso di macchie morbide di cotone.
3. Acero campestre
Usato fin dall’antichità come sostegno per le viti, l’acero campestre ha la straordinaria colorazione accesa che varia dal colore giallo oro al rosso carminio in sfumature davvero poetiche. Da albero spontaneo veniva utilizzato in campagna per le “pergole” o viti maritate, in sostanza si usavano gli aceri campestri come sostegni sul quale coltivare la vite.
4. Quercia
La quercia è la specie la più diffusa assieme al leccio sempreverde. Maestosa ed elegante, è rinomata per la longevità si trovano diversi esemplari pluricentenari come la quercia dell’Ontorello che si trova a Guardea e il cui fusto ha dimensioni ragguardevoli. Nell’ambito del paesaggio della quercia poniamo l’attenzione al cosiddetto paesaggio dei calanchi, spesso relegato al ruolo di paesaggio d’erosione, quindi in qualche modo da ripristinare o bonificare. In realtà possiede una spettacolarità che raramente è eguagliata dai paesaggi forestati. Le ampie superfici soggette ad erosione calanchiva si sviluppano anche nelle porzioni basso-collinari del territorio di Alviano e Guardea.
- Carpino
Il carpino, della famiglia delle betullacee, è molto diffuso nell’Europa occidentale e si trova anche qui sui Monti Amerini, misto alla vegetazione che caratterizza zone di ceduo come il leccio e la roverella. In autunno il colore delle foglie vira da verde a bronzo, le foglie una volta a terra costituiscono un tappeto davvero spettacolare.