La flora dei Monti Amerini è molto varia e fra le diverse specie ve ne sono alcune in uso nelle pratiche erboristiche. Esistono diversi modi di usare le piante a scopo terapeutico e l’approccio erboristico si differenzia notevolmente dall’approccio farmaceutico, omeopatico e fitoterapico.
L’erborista ha in primis una visione più olistica: anziché concentrarsi direttamente il sintomo, cerca di identificarne la causa e utilizza le piante per migliorare il benessere generale dell’individuo, rinforzare l’organismo, correggere le funzioni alterate o stimolarne altre. Il concetto di base è quello di “preparazione del terreno”: migliorando la funzionalità generale del corpo, per esempio attraverso la depurazione o la stimolazione delle funzioni renali, epatiche, circolatorie, intestinali e così via, viene stimolata la capacità di guarigione del corpo. Si punta quindi a una condizione di benessere a lungo termine e non alla cura della malattia in sé.
Un’altra caratteristica distintiva dell’erboristeria è l’assenza di titolazione del principio attivo. In erboristeria si presuppone una “sinergia” tra i diversi principi attivi di una pianta o di più piante. L’erborista si avvale di preparazioni (per esempio tinture, idroliti, gemmoderivati, sciroppi, oleoliti), in cui, a differenza della farmacia o della fitoterapia razionale, manca una standardizzazione dei costituenti.
L’omeopatia invece si basa sul concetto “il simile cura il simile” e impiega prodotti altamente diluiti, molti dei quali risulterebbero tossici se usati in dosi allopatiche. Si basa anch’essa su una visione olistica e sull’integrazione della salute fisica, emozionale e psichica.
Fabaceae
Ginestra (Spartium junceum)
![Ginestra (Spartium junceum)](https://www.trekkingmontiamerini.com/wp-content/uploads/2018/04/Ginestra.jpg)
Ginestra (Spartium junceum)
La ginestra comune/odorosa è una pianta arbustiva caratterizzata da un fusto molto ramificato, foglie lanceolate e da fiori molto profumati ermafroditi. Dal fusto si ricava una fibra tessile per la produzione di corde e tessuti; in agricoltura il suo stelo viene utilizzato per fissare viti e piante di pomodoro a dei supporti. Il termine junceum deriva infatti dal latino juncere, vale a dire “legare”.
La droga è rappresentata dalle sommità fiorite e contiene un alcaloide molto potente, la sparteina, contenuta prevalentemente sulle foglie con una potente azione cardiotonica, nonché diuretica. Contiene inoltre una resina chiamata ossitiramina che ha un’azione vasocostrittrice. È pertanto ritenuta una specie officinale tossica.
Rosaceae
Biancospino comune (Crataegus monogyna)
![Biancospino comune (Crataegus monogyna)](https://www.trekkingmontiamerini.com/wp-content/uploads/2018/04/Biancospino2.jpg)
Biancospino comune (Crataegus monogyna)
Arbusto cespuglioso a fogliame deciduo, alto in genere 2-5 m, ma che può raggiungere anche i 12 metri. I ramoscelli sono di colore bruno-rossastro con spine aguzze. Le foglie, caduche, presentano il picciolo e hanno un colore verde brillante nella pagina superiore. I fiori sono profumati e di colore bianco-rossastro sono riuniti in corimbi (tipo di infiorescenza in cui i fiori risultano a pari livello in quanto portati da peduncoli che si diramano da uno stesso asse ad altezze diverse). I frutti sono in realtà delle drupe perché derivano dall’accrescimento del ricettacolo fiorale e non da quello dell’ dell’ovario. Sono rosse e carnose, grandi 7-10 mm.
Usi officinali: la droga è rappresentata dai fiori (si raccolgono a marzo/aprile) e dai frutti (si raccolgono a settembre-ottobre). Contiene un glucoside chiamato crategina attivo sui vasi e sul cuore, derivati flavonici e sapogenine. Ha un’azione sedativa, regolatrice della pressione arteriosa e antispasmodica. È una pianta da usare con cautela perché può ridurre sensibilmente i battiti cardiaci.
Rosa canina
![Rosa canina](https://www.trekkingmontiamerini.com/wp-content/uploads/2018/04/Rosa-canina.jpg)
Rosa canina
Deve il nome “canina” a Plinio il Vecchio, che nel suo Naturalis Historia descrive la guarigione di un soldato malato di rabbia grazie a un decotto a base di questa pianta. È un arbusto cespuglioso e spinoso. I fiori si trovano su peduncoli glabri e presentano 5 sepali e 5 petali bianchi o rosati. I frutti (che sono in realtà “falsi frutti”) sono detti “cinorroidi” e contengono diversi acheni duri. Quando raggiungono la piena maturazione, in autunno, sono di colore rosso vivo. È una pianta molto interessante dal punto di vista erboristico: nei petali si trovano tannini, acidi organici, resine e oli essenziali, mentre i cinorrodi, oltre a flavonoidi e carotenoidi, contengono una grande quantità di vitamina C.
Per via della presenza dei tannini viene usata come astringente intestinale, antidiarroico e antinfiammatorio, mentre la forte presenza di vitamina C (50-100 volte superiore agli agrumi), unita all’azione antiossidante dei bioflavonoidi, conferisce alla pianta buone proprietà immonomodulanti, vitaminizzanti e toniche.
Praterie
Euphorbiaceae
Euforbia calenzuola (Euphorbia helioscopia)
![Euforbia calenzuola (Euphorbia helioscopia)](https://www.trekkingmontiamerini.com/wp-content/uploads/2018/04/Euforbia.jpg)
Euforbia calenzuola (Euphorbia helioscopia)
Pianta annuale erbacea con fusti robusti di colore rosso e fiori che formano un’infiorescenza a ombrella composta da 5 rami, detti “ciazio” (coppa da spumante), ognuno dei quali è composto da un involucro di 5 brattee glabre verdastre fuse a forma campanulata. Al suo interno ci sono fiori maschili e femminili. Nei fiori sono presenti delle ghiandole profumate che attirano gli insetti. Questa piatta emette un lattice biancastro urticante. L’etimologia del nome è ancora poco chiara ed esistono diverse ipotesi: secondo quanto riferisce Plinio il Vecchio, il nome deriverebbe dal medico Euforbio del re Giuba II, mentre secondo altri potrebbe essere un termine composto da “eu” (= buono) e “phorbe”, (= pascolo o da foraggio). Il termine “heliscopia” sembrerebbe invece derivare da “helios” = sole e “skopein” = guardare, per via del fatto che le infiorescenze sono rivolte verso il sole. Nella zona dei Monti amerini viene chiamata in dialetto “turtumaio”, che indica forse un liquido velenoso.
Usi officinali: tutte le Euforbie sono velenose, il lattice contiene sostanze tossiche come euforbina e saponine. Nella tradizione popolare venivano usate come purgante e antielmintico, tuttavia l’uso interno è fortemente sconsigliato. Alcuni riportano che veniva usato come caglio vegetale. Nell’antico trattato di chimica di J. J. Bezelius si legge che “[…] alcune euforbie e la graziola rendono il latte purgativo]” Per uso esterno, invece, il lattice può essere usato per eliminare calli, porri e verruche. Ne va usata una piccola quantità direttamente sulla parte interessata, facendo attenzione a non distribuirla nelle parti circostanti. Le euforbie trovano impiego in omeopatia (Euphorbium compositum) come medicamento contro la rinite.
Polygonaceae
Romice crespo (Rumex crispus)
![Romice](https://www.trekkingmontiamerini.com/wp-content/uploads/2018/04/Romice1.jpg)
Romice
Pianta erbacea perenne con un grosso rizoma fusiforme e in genere lignificato. Ha un fusto cilindrico di colore rosso, che tende a ramificarsi alla sommità. Le foglie basali sono riunite in una rosetta. L’infiorescenza si configura come una pannocchia fogliosa. Questa pianta è molto diffusa in tutto il territorio, e spesso è infestante.
Usi officinali: secondo la teoria della signatura, poiché il fusto di colore rosso ricorda i vasi sanguigni, la pianta avrebbe un effetto benefico su sangue e apparato circolatorio. Ciò trova un effettivo riscontro nella realtà perché il rizoma del romice contiene ferro organico. Viene quindi impiegato come antianemico, eritropoietico, tonico/immunostimolante. Contiene inoltre vitamina A e C, olio essenziale, fitosteroli, tannini, acido crisofanico. Le foglie vengono usate per fare cataplasmi contro eruzioni cutanee. Le foglie giovani sono invece apprezzate in cucina e usate in zuppe e minestre o bollite.
Papaveracee
Fumaria officinalis
![Fumaria officinalis](https://www.trekkingmontiamerini.com/wp-content/uploads/2018/04/Fumaria.jpg)
Fumaria officinalis
Pianta annuale erbacea con fusti ramificati piuttosto gracili di colore verde spesso con sfumature roseo-porporine. Le foglie sono glabre e sfilacciate e i fiori sono raccolti in infiorescenze terminali racemose. Hanno 4 petali dei quali i 2 più interni sono oblunghi e saldati tra loro all’apice. È una pianta molto comune dal mare alla regione submontana. Il nome deriva dal termine latino “fumus” = fumo, che si riferisce forse all’aspetto nebuloso delle foglie, grigio verdi o forse a un fumo irritante che produrrebbe quando bruciata.
Usi officinali: la droga si trova nelle sommità fiorite, che si raccolgono a marzo-aprile. Contiene alcaloidei del gruppo della berberina e della protopina, fra cui la fumarina e l’acido fumarico. Contiene inoltre flavonoidi, sostanze amare e tannini. Trova impiego come antipletorico (iperglobulia e iperviscosità sanguigna) e depurativo cutaneo, regolatore del flusso biliare. Ha inoltre proprietà lievemente diuretiche e lassative. Gli alcaloidi in essa contenuti invertono la loro attività a seconda del dosaggio e della durata del trattamento: in piccole dose hanno un’azione stimolante mentre in alte dose un’azione deprimente, soprattutto a carico del sistema circolatorio e respiratorio.
Prateria post-colturale
Lamiaceae
Rosmarino (Rosmarinus officinalis)
![Rosmarino (Rosmarinus officinalis)](https://www.trekkingmontiamerini.com/wp-content/uploads/2018/04/Rosmarino.jpg)
Rosmarino (Rosmarinus officinalis)
È un arbusto sempreverde, alto da 60 cm 2 metri, che emana un forte odore canforato. Cresce spontaneo in alcune regioni mediterranee, ma in quest’area pre-appenninica viene in genere coltivato. La droga è rappresentata dalle foglie. Contiene olio essenziale (contiene principalmente borneolo), acetato di bornile, pinene, canfene, canfora, tannino, un saponoside acido, acidi organici e una sostanza amara.
Usi officinali: è uno stimolante generale, ma in particolar modo epatobiliare, con funzione colagoga e colaretica, protettore della cellula epatica, specifico nelle affezione epatiche e biliari. Ha inoltre proprietà emmenagoghe e stomachiche.