I porti della teverina erano luoghi vivacissimi, ricchi di scambi, commerci e servizi. Luoghi che hanno fatto il benessere economico della zona oltre ad essere stati occasione di incontri tra popoli e saperi. In seguito, con l’arrivo dei barbari e le invasioni i piccoli centri della teverina si sono spostati più in alto e si sono dotati di possenti mura e torri per proteggersi.
La strada della barca
Prende questo nome dall’antico percorso chiamato Strada della barca che in epoca medievale conduceva al Castello di Lugnano alla “Barca di Lugnano“ necessaria per gli spostamenti ed il trasporto delle merci lungo il Tevere quando nel pieno e tardo Medioevo il fiume tornò a svolgere quell’importante ruolo di comunicazione e di collegamento che aveva avuto nel passato.
Questa sua rinnovata importanza è testimoniata da vari documenti, tra cui uno, conservato nell’Archivio storico del Comune di Lugnano in Teverina risalente al 1537, che conferma l’esistenza di un “Porto Comune” tra la terra di Lugnano, Castel di Piero, Sipicciano e Graffignano.
Ma è facile ipotizzare l’esistenza di questi porti fluviali, o meglio, di questi scali fluviali, necessari all’imbarco e allo sbarco delle merci e persone, già prima del XVI secolo, così come tutti gli altri punti di traghettamento presenti in questo tratto del Tevere quali, la “Barca di Attigliano” o la “Barca di Alviano”, quest’ultima utilizzata già nel XIII secolo e attiva fino agli inizi del XX secolo.
Sappiamo inoltre con sicurezza che i marmi utilizzati per la costruzione del Duomo di Orvieto furono trasportati dal porto di Roma ad Attigliano sempre via Tevere.
Il Castello di Ramici
Nella lingua latina “ramicis” è genitivo di “ramex”, che significa appunto “ramo tronco, bastone“. I ruderi dell’antico Castello di Ramici si intravedono su una collina, in una zona caratterizzata da calanchi su un’altura a 202 m sul livello del mare, a circa 4 km a ovest di Lugnano in Teverina, ai confini con il territorio di Attigliano e con il Lazio.
Il castello è stato eretto tra il XII e il XIII secolo, era la vedetta di questi luoghi con quella che doveva essere una torre centrale protetta da mura. Le cronache raccontano che fu distrutto dalle truppe guelfe di Narni e da quelle di Orte già nel 1311. Nel 1261 il Parlamento del castello di Lugnano delibera di cedere il Castello di Ramici al comune di Orvieto. La torre fu abbattuta da Luigi e Bernardino di Alviano nel 1498. Oggi resta il possente torrione mozzato con a valle i materiali di caduta dello stesso, e altri resti di strutture murarie tra le sterpaglie.
Nella zona intorno si trovano resti di un’antica fornace di epoca romana e una grande cisterna di epoca romana, che fanno presupporre che anche il castello di Ramici avesse fondamenta antiche. Inoltre nella zona c’è la villa rustica di Poggio Gramignano del I secolo a.C.
A valle si trovano le Terme sulfuree di Ramici con proprietà terapeutiche.