Negli anni 50 il castello di Poggio di Guardea fu abitato da uno strano proprietario. Era un italo americano, nato da immigrati italiani da un piccolo paese in Basilicata, Stigliano e cresciuto a New York nel Bronx.
Un uomo mite, un uomo di spettacolo, un comico: era Jimmy Savo, figlio di un umile ciabattino italiano emigrato in America. Occhi vispi ed espressioni buffe: Jimmy era un attore già molto famoso in america e che ebbe una storia incredibile, raccontata qui.
Quando Jimmy si sposò con Lina Farina, ricevette come dono per le nozze il Castello del Poggio di Guardea.
Quando la coppia arrivò a Guardea gli abitanti del castello si comportavano come era usanza, di accogliere il signore in un modo quasi medievale. Ma lui non solo non si comportava da proprietario ma si occupò del benessere degli abitanti del castello.
L’arrivo di Jimmy e Nina è documentato nel libro di Jimmy sul suo soggiorno a Guardea “Little World, Hello”. Uno splendido spaccato della vita dei paesani ancora impregnata di usi e leggi medievali negli anni 40.
RICORDI DI JIMMY SAVO E DEL CASTELLO DEL POGGIO
di Castore Venturi
“Ogni volta che sento il nome di Jimmy Savo, mi ritorna in mente un episodio avvenuto tanto tempo fa.
Avrò avuto sei o sette anni e come spesso accadeva, ero andato con mia nonna al campo dove lei faceva i lavori necessari alla coltivazione in atto ed io cercavo di passare il tempo al meglio.
Al ritorno, giunti in prossimità della Chiesa del Poggio Vecchio, mia nonna mi chiese se mi sarebbe piaciuto vedere il castello.
Io entusiasta dissi di si ma non sapevo come avrebbe fatto visto che non conosceva i proprietari del castello… poi c’era il guardiano Temistocle detto “il barone” che metteva soggezione.
Non incontrammo nessuno così entrammo nella Rocca, mia nonna chiese acqua da bere per me… ma credo che sia stata più una scusa che vera sete!
In ogni modo ricordo come rimasi stupito e affascinato dalla maestosità delle mura viste dal cortile interno e dalle tante ed alte scale in pietra che portavano fino ad un enorme salone.
Sembrava davvero la stanza di un re. Mi è rimasto impresso un enorme biliardo quasi al centro della stanza e, vicino alla porta, seduto su una sedia che mi sembrava enorme, una persona.
Fra me pensavo, sarà il proprietario del castello, io non l’avevo mai visto si diceva che era una brava persona e che aveva una “zampa di legno”, da seduto non si vedeva niente.
Lo avevo immaginato una persona imponente da proprietario del castello, anche un po’ autoritario… invece sono rimasto sorpreso da quella faccia simpatica, gioviale, da buono, che parlava con tono di voce basso e gentile… poi, mi ricordo prese da un contenitore quattro o cinque caramelle e me le mise nelle mani aperte.
Una la scartai e la mangiai subito, le altre le feci tenere alla nonna per non correre il rischio di mangiarle tutte in una volta sola.
Non ricordo il sapore delle caramelle, che sicuramente saranno state ottime, ma ricordo con piacere la gentilezza e il garbo di un persona adulta, importante, mai conosciuta prima, nei confronti di quel ragazzino che ero io.
Questa cosa non l’ho mai dimenticata né la dimenticherò mai solo che ne ho parlato raramente, pensavo fosse poco interessante per chi non avesse avuto la stessa esperienza.
L’occasione per parlarne mi è venuta quando ho saputo che altri ragazzini, ad Amelia, avevano gustato le caramelle di Jimmy Savo e che probabilmente anche loro avevano provato la stessa mia emozione.
Col passare del tempo sono venuto a conoscenza sia delle qualità umane che artistiche di questa bella persona, di rilevanza internazionale, nostro concittadino acquisito che riposa nel cimitero del nostro comune e che ritengo troppo poco ricordata e valorizzata.”