La ”Cappella delle rondini” sorge nel punto più panoramico del territorio del comune di Alviano, con belvedere sulla piana della Teverina e sull’oasi naturalistica WWF Lago di Alviano, in ricordo di un avvenimento miracoloso di San Francesco che passò ad Alviano per predicare intorno agli anni 1212-1213.
Si narra che un giorno mentre Francesco predicava sulla piazza di Alviano, molte rondini garrivano con grande strepito e disturbavano. Il Santo le invitò a tacere e le rondini obbedirono.
La storia della Cappella delle Rondini
Lo scorso anno (2021) è stato festeggiato il 40° della Consacrazione della Cappella.
Contribuirono alla realizzazione molti concittadini e particolarmente due francescani minori: padre Luciano Canonici e padre Guglielmo Schiavina.
Padre Canonici contribuì con molti scritti sul passaggio di San Francesco da Alviano e sullo stesso Paese ed il Padre Schiavina con la progettazione della Cappella e le opere di bronzo lungo il percorso per giungere alla Cappella, al Cimitero di Alviano e presso lo Scalo.
L’idea iniziale fu di padre Luciano Canonici (parroco di Alviano in quel periodo) che non si fece sfuggire la ricorrenza del 750° anniversario della morte di San Francesco nel 1976, e per ricordare l’evento organizzò la costruzione di una cappella che ricordasse il Miracolo delle Rondini.
Padre Canonici coinvolse oltre alla popolazione di Alviano, anche il suo amico frate Guglielmo Schiavina, architetto e scultore che dopo aver studiato un po’ l’architettura umbra propose uno schizzo dell’attuale cappella che fu rielaborato insieme a l’ingegnere Claudio Schiaroli, che ebbe cura anche dell’esecuzione del progetto. Padre Schiavina è un artista e ha realizzato opere anche in molte parti d’Italia, molte in Puglia, a Nazareth presso il Santuario.
La struttura della cappella
La costruzione si articola in due corpi abbastanza irregolari leggermente sfalsati sia in altezza che in profondità, adibiti come suggerisce l’aspetto a due funzioni diverse: l’una la più piccola è a cappella vera e propria contenente anche l’altare e illuminate da un’ampia vetrata che richiama l’idea del Miracolo delle Rondini;
l’altra semiaperta adibita alla sosta delle persone che possono quindi assistere al rito pur rimanendo a contatto con l’ambiente completamente naturale che circonda la cappella.
Una curiosità: dietro la vetrata principale con l’opera in profilo di metallo con San Francesco e le rondini, sono stati sparati 4-5 colpi con una pistola calibro 9 per dare l’effetto a ragnatela, poiché era il periodo delle stragi e del terrorismo in Italia, padre Guglielmo Schiavina volle aggiungere questo effetto di contrasto con il messaggio di pace francescano.
Purtroppo oggi, ad opera di vandali la ragnatela disegnata dai colpi si è estesa e, in più, sono stati colpiti anche gli altri vetri.
Le statue e i significati
Le sculture che invece arricchiscono lo spazio esterno intorno alla Cappella delle Rondini sono delle fedeli copie realizzate in vetroresina di opere commissionate a Padre Guglielmo Schiavina e ad oggi esposte in vari paesi del mondo. Ad esempio l’annunciazione a lato della cappella è una copia il cui originale si trova davanti alla basilica a Nazareth. La statua invece con San Francesco e i bambini l’originale si trova all’ospedale di Brescia. Ci sono anche dei bassorilievi e altri soggetti sempre richiamanti San Francesco.
Padre Guglielmo Schiavina era un frate minore che si occupava di arte sacra, era architetto e scultore ma progettava anche le vetrate per le Chiese. Le sue vetrate in zona sono al Duomo a Terni, una chiesa a Borgo Rivo, a Rocca San Zenone a San Valentino e ad Alviano Scalo con tre sue vetrate.
Era alla fine degli anni 70 in un periodo di espansione edilizia verso la zona alta del comune di Alviano e il Lotto è stato messo a disposizione dal comune, in una zona detta della Valle. Nella stessa area infatti erano in atto anche i lavori per un insediamento residenziale su lottizzazione del Dominio Collettivo.
Si coinvolse quindi tutta la popolazione per iniziare i lavori, per la ricerca dei fondi e dei materiali che furono in parte donati.
Si ringraziano l’Ing. Claudio Schiaroli per la testimonianza e il Vice sindaco Giovanni Sabatini per la documentazione storica.