L’arco della Coscienza Planetaria e il Tavolo della Pace rappresentano un progetto realizzato a Guardea tanti anni fa, con un messaggio profondo e davvero attualissimo (vista la recente aggressione dell’Ucraina da parte della Russia), per riconnettersi alla terra e alla memoria del nostro paese attraverso il travertino, la pietra locale più pregiata che in fondo ha segnato la storia e l’economia del paese.
L’arco simbolico della coscienza planetaria è stato frutto della collaborazione tra il comune di Guardea, il club di Budapest Italia ed un gruppo di scultori.
Guardea è un paese dell’Umbria fra la Valle del Tevere e il Lago di Alviano e di Corbara, si trova in una zona montuosa e ricca di macchia mediterranea che si estende fino a Todi. Il paese è arricchito dai resti archeologici della vecchia Guardea e del Castello del Poggio, sede italiana del Club di Budapest.

La storia dell’iniziativa
Ecco in breve quale fu la storia del progetto: cinque noti scultori realizzarono le loro opere in travertino intorno ad un programma basato su valori e principi umani universali.
Nel 1998 sono state collocate nel parco giochi le prime cinque sculture che rappresentano il “Tavolo della pace”.
Nel 1999 sono state create 5 sculture posizionate intorno allo spazio di un grande Arco di Travertino contenente pietre provenienti da tutto il mondo per rappresentare simbolicamente una coscienza planetaria ispirata ai valori e alle teorie del club di Budapest.
Il sindaco di Guardea al tempo inviò una lettera ai sindaci di importanti città del mondo e a città con Trattati di Pace, invitandoli a partecipare al progetto per lo sviluppo di una coscienza planetaria attraverso l’invio di una pietra caratteristica del proprio Paese.
Le speranze di ricevere qualche pietra erano molto poche e invece con grande sorpresa arrivarono oltre 100 risposte con le rispettive pietre da varie nazioni.
Non arrivarono risposte burocratiche o formali bensì contenenti risposte che esprimevano emozione, gioia, entusiasmo per l’iniziativa insieme alla felicità data dalla possibilità di partecipare a qualcosa per creare un mondo migliore.
Arrivarono risposte da sindaci di grandi città come Londra, Parigi, Mosca, Francoforte, Nazareth, Nagasaki che inviò una pietra fusa dalla bomba atomica del 1945, Kabul, Queenstown, Montserrat e altri.
La stessa lettera fu inviata a persone di diverse Nazioni, diversi credi e linguaggi ma tutti percepirono in uguale maniera l’importanza dell’iniziativa.

Le pietre e i significati
Nessuno di loro inviò una pietra semplicemente per legarsi agli altri, ogni città scelse un frammento di roccia particolare e con uno specifico significato: dalla pietra di Nagasaki fusa dalla bomba atomica, ai mattoni di Berlino come simbolo di ricostruzione, alla pietra verde dei Maori della Nuova Zelanda, alla pietra ritrovata durante gli scavi del Ghetto Ebraico di Francoforte, ad altre che fanno parte di una strada antica o di una cattedrale o un frammento del più grande monolito del mondo, tutte contengono significati di altruismo di unione di pace o di fratellanza.
Tutto questo fu valorizzato dalle opere artistiche di scultori di fama come Santo Ciconte, Ugo Antinori, Nello Bocci, Nadia Rognoni, Minamoto Toshihiko.
Fu il direttore artistico Santo Ciconte di Orvieto a progettare e coordinare il programma operativo delle sculture che furono donate con grande generosità alla cittadinanza di Guardea.
Bibliografia: “Identità locale e orizzonti universali”, Provincia di Terni