Nel bellissimo borgo di Alviano, un paesino di origini medievali, è stato creato da poco un sentiero che mette insieme l’arte, la cultura e la meraviglia naturale di questo territorio.
Proprio nella parte più antica e più assolata inizia il Sentiero dell’Unicorno, nei Giardini del Sole ed arriva fino al Castello di Alviano.
Il progetto è nato per volontà del Comune di Alviano, per valorizzare i luoghi e il territorio con una proposta che integri la bellezza del borgo umbro con il suo paesaggio, la sua storia e le sue atmosfere in un percorso tematico e artistico. Quindi Gabriel Pacheco, artista internazionale ha progettato un percorso pittorico permanente in otto tappe, intorno al borgo e il suo Castello. Il compositore Arturo Annecchino, ispirato dalle opere ha creato delle musiche da ascoltare tramite il cellulare, stando seduti su panchine speciali posizionate accanto alle opere.

Come è nata l’idea del “Sentiero dell’Unicorno: tra arte miti ed amori”
Il nome degli Alviano è ricordato nei libri e da personaggi noti, come Guicciardini e Machiavelli, per le gesta del suo condottiero, Bartolomeo d’Alviano, la cui fama lo portò ad avere degna sepoltura nell’eterna Venezia. Nel cuore del Castello di Bartolomeo di Alviano ci sono delle stanze ricche di simboli, miti e di bellezza. In quelle stanze non sono dipinte battaglie, ma unioni familiari, animali mitologici e motti che travalicano il tempo.
Una stanza affrescata ricorda il primo matrimonio di Bartolomeo di Alviano, e il motto del cartiglio nell’affresco recita “Allontano i veleni e purezza coltivo“, scritto in latino, in un cartiglio nella stanza in cui spicca la leggendaria figura degli Unicorni. Da questa stanza e dagli altri affreschi l’autore ha liberamente creato le sue opere ispirate ad otto stati dell’amore. Infatti Gabriel Pacheco ha creato un percorso artistico che con i suoi colori e il suo tratto, unito alla suggestione dei vicoli e di una meravigliosa terrazza che affaccia sui calanchi, donano un’esperienza unica di bellezza.

L’autore delle opere
Gabriel Pacheco, nato in Messico nel 1973, è oggi un illustratore di fama internazionale. I suoi numerosi libri sono stati pubblicati in Messico, Brasile, Stati Uniti, Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Russia, Corea e Giappone; ha inoltre ricevuto innumerevoli premi alla carriera, fino alla nomina all’Astrid Lindgren Memorial Award, uno dei più alti riconoscimenti internazionali.
Il suo lavoro di illustratore lo ha portato, inoltre, a sperimentare tecniche e linguaggi di grande impatto emotivo che, nei pannelli che compongono il percorso del Sentiero dell’Unicorno, evidenziano il valore fiabesco e mitologico dei temi trattati.

Perché l’Unicorno
Bartolomeo D’Alviano fu un condottiero vissuto tra il XV ed il XVI secolo e che partecipò, al servizio di Venezia, a tutte le battaglie nel nord Italia nei primi anni del ‘500. Il suo simbolo era proprio un unicorno.
Al tempo al corno dell’unicorno si conferivano virtù taumaturgiche, in particolare della capacità di espellere dall’acqua i veleni in essa contenuti in modo che chi si abbeverasse a quell’acqua fosse protetto dagli effetti del veleno stesso.
La tradizione dell’Unicorno (Liocorno, altrove) affonda le sue radici anche nella Bibbia e nei racconti dei viaggiatori di mezzo mondo. L’Unicorno (secondo la versione latina, o monokeros, secondo quella greca) è rintracciabile nei poemi indiani come nella mitologia greca fino al consolidarsi del suo simbolismo nella cultura medievale.
Il rapporto fra l’Unicorno e la vergine, che sarebbe capace di ammansirlo, ci guida poi in una complessa simbologia cristiana e in un sovrapporsi di immagini femminili e maschili.
La simbologia dell’unicorno è l’immagine di un animale capace di purificare e “bonificare”, spinto, insomma, a volgere la propria violenza animale verso finalità più nobili e creative attraverso l’incontro con una donna che, accogliendolo sul grembo, ne placa la smania e l’ansia di battersi. In effetti, in questa direzione, è possibile collocare anche l’immagine dell’Unicorno che troviamo ad Alviano.
Sono proprio la bellezza del castello di Alviano, le suggestioni, il mito dell’Unicorno e i vicoli del borgo a rendere il Sentiero dell’Unicorno così magico.

Le opere, le panchine e la musica
“Ho dipinto otto stati dell’amore” afferma Gabriel Pacheco “traendo ispirazione da Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes“.
Sul sentiero è possibile godere ogni opera sedendosi su panchine speciali, ideate dall’architetto Rodolfo Bellini.
Panchine ispirate a diversi modi dello “stare insieme”, posizionate in punti in cui ammirare il paesaggio dall’alto (calanchi e Oasi WWF Lago di Alviano).
Ogni tappa è impreziosita dalla musica del noto compositore Arturo Annecchino, che, ispirato dalle opere, ha creato delle “pillole meditative per pianoforte”. È possibile ascoltarle dal proprio telefonino, accedendo al sentiero segnalato su Google Maps.
Gabriel Pacheco: “Camminare, passeggiare e non correre, ci permette di unire i ricordi della nostra memoria con i sogni. Le mie opere qui sono domande, pretesti per permettere ad ognuno di costruire i propri unicorni, quegli animali magici, fantastici” ha affermato Gabriel Pacheco all’inaugurazione del Sentiero dell’Unicorno.
Ha continuato ricordando la bellezza di questa parte di terra Umbra “questo paesaggio, il vostro paesaggio è una forte resistenza a questo tempo contemporaneo, della corsa”.

La creazione delle opere
Per riprendere quanto detto sopra da Gabriel “le mie opere qui sono domande, pretesti per permettere ad ognuno di costruire i propri unicorni”, è chiaro che non abbia voluto svelare molto. O almeno non tutto.
Ogni opera ha un titolo dato dall’artista e un motto, come vi è un motto nelle stanze affrescate del Castello. I motti dati alle opere sono nati dalla collaborazione fra l’artista, Fabio Bellumore e Antonio Fresa.
Ogni motto, seppur non svelando molto, rimanda a qualche significato, senza svelare troppo, lasciando al visitatore la possibilità di cogliere ciò che vuole.
Nelle opere ci sono molti richiami alle epoche in cui il Castello di Alviano ha vissuto lo splendore. Ci sono colonne, fregi.
Ma ci sono anche animali, che spesso si ritrovano in pitture del Rinascimento. Un elemento lega ogni opera, un elemento presente anche negli affreschi del Castello. Si tratta di un nastro, di qualcosa che lega.
Inoltre l’autore ha pensato a otto azioni, una in ciascuna opera (stare separati, abbracciarsi, cadere, ecc…).
Ogni scena ha un’azione e la metafora poetica è basata sui diversi momenti dello stato amoroso scelti sempre sulla suggestione del castello, ispirato al libro di Roland Barthes “Frammenti di un discorso amoroso”.
In pratica ogni scena è come se fosse una fotografia di un’azione metaforica e in ogni quadro c’è sempre l’associazione tra un fiore, un animale o un insetto, un simbolo, un’azione.
L’autore racconta che queste immagini provano a essere in uno stato di ambiguità per mettere insieme diversi aspetti, in modo che il lettore possa collegare le sue informazioni con riferimenti mitologici e con il proprio cuore, con l’esperienza che ha avuto dello stesso stato emotivo.
La raffinata palette cromatica è ispirata agli affreschi rinascimentali del castello, ai colori terra si aggiunge un accento cromatico per dare ritmo visivo, le immagini dei fiori richiamano miniature rinascimentali, simbologia mitologica unita all pretesti di ispirazioni per le persone che fanno il percorso.
La mappa del Sentiero dell’Unicorno
Otto immagini e didascalie che spiegano lo stato amoroso
Orfanità / Being an orphan
Attesi invano le tue vele e le tue mani affettuose
I waited in vain for your ships and your affectionate hands to come
Questo quadro, volendo richiamare uno stato dell’amore, rimanda alla storia di Tristano ed Isotta. Il motto rafforza uno dei passaggi finali della loro vicenda.
Unione tra persone ed anello, la vena del cuore, nella testa e nel polso è una metafora dell’anello che collega un essere all’altro amato. Metafora dell’amore cortese come stato di abbandono, l’amore è come uno stato costante di mancanza. Un’unione che non si riesce mai a compiere. La colonna è come una spada e Tristano e Isotta vedono i semi che sono fatti per essere portati dal vento e rinascere altrove.
Insistenza / Persistence
Tesso e riavvolgo ogni giorno la tela della speranza
I weave and re-wrap every day the web of hope
Questo quadro e il suo motto richiamano il mito con Penelope e Ulisse.
La pazienza di Penelope e il suo incessante tessere e disfare. Nell’immagine c’è il gioco con il nome dell’animale procione: i Proci che insistevano con Penelope la moglie di Ulisse. L’amore è come insistere, fare e disfare la tela, con fedeltà e fiducia.
Follia / Madness
Mi chiamaste folle. Sì, scelsi la più saggia tra le follie
You called me mad. That’s true, I chose the most wise among insanities
L’amore a volte è come salire su un cavallo, in preda alla sua corsa, al suo imbizzarrirsi. La donna qui si veste di follia. Questa è l’unica opera in cui è richiamato l’unicorno, anche se non in modo esplicito. C’è un cavallo e, l’incrocio con la luna, dà questa impressione. L’idea medievale e rinascimentale della luna ciclica che nella notte tira fuori la follia, la donna ha i capelli bianchi che somiglia al cavallo: gioca con la metafora, chi si innamora è come se salisse su un cavallo che non riesce a controllare, la donna vestita di bianco ha la stessa follia del cavallo.
Evanescenza / Evanescence
Ci guardammo incessantemente, nel desiderio di vederci
We looked at each other constantly, in the wish to see us
Qui sembra ci sia un richiamo a Saffo. Come si vede le figure non sono “definite” maschio e femmina. Un confine evanescente. Un dettaglio che ricorre anche in altri degli otto quadri. L’amore non è solo definito dal genere maschio e femmina, e l’ambiguità però è solo un piccolo gioco, l’altra persona è come se fosse vestita di fragilità in uno stato di trasformazione. Le farfalle ne esprimono la sensazione.
Trascinamento / Dragging
Commossi gli dèi, per portarti lontano dal buio
I touched the deities to take you away from darkness
Qui c’è un richiamo al mito di Orfeo e Euridice. L’amore è come se … un cacciatore che dicesse alla sua preda di venire incontro a lui. E il cuore è come un cacciatore solitario. Nella scena il cervo è cieco così come chi è innamorato ha gli occhi bendati, poiché l’amore va oltre qualsiasi ostacolo e qualsiasi logica.
Doxa / Belief
Ci appoggiammo al nostro amore per conoscere la verità
We relied on our love to get to know the truth
L’amore ci fa conoscere. La conoscenza ci incorona. Al centro un fiore dritto, orgoglioso e il filo che unisce la posizione lui con occhi chiusi e occhi aperti guardando le libellule che sono fragili e che hanno una vita breve. La palette cromatica richiama gli affreschi nel castello alla quale si aggiunge un colore d’accento che dona ritmo visivo.
Cuore / Heart
Cieli e abissi contenne e non smettemmo mai di averne cura
It held heavens and abysses, and we never stopped caring for it
I due amanti in questa scena sembrano cadere, ma cambiando prospettiva invece sembrano volare. L’amore e le sue prospettive diverse. Il Cuore è come il pesce raffigurato in basso, difficile da prendere. Il problema dell’essere umano è il cercare la terza ala, quello cioè che non possiamo avere. Ed è proprio quello che ci fa cadere, infatti i personaggi sembra che cadono oppure forse volano, anche qui l’azione va interpretata dal lettore.
Abisso / Abyss
Allontano i veleni e purezza coltivo
I move away poisons and cultivate pureness
lo stato amoroso è come un abisso, il cuore. I personaggi nell’opera stanno sdraiati, in uno stato di abbandono oppure di sogno, l’orizzontalità è come perdersi. Abbiamo angoscia di cadere nell’abisso ma c’è una forza oscura che ci attrae. L’amore è come un baratro, spaventa ma ne siamo attratti. Anche qui abbiamo la luna e la natura presenti, la vita effimera della libellula con la sua fragilità e brevità. L’amore in fondo è come quella libellula nel quadro, fragile, effimero.
Dove si trova il Sentiero dell’Unicorno
Con partenza dalla piazza e parcheggio ad Alviano in via Roma, (vedi mappa) il sentiero si snoda attraverso i vicoli per raggiungere i Giardini del Sole, percorrendo in un itinerario circolare il borgo fino a ritornare davanti all’ingresso del castello. Per seguire il sentiero, accanto alla segnaletica fisica (cartelli con il logo lungo il percorso) il visitatore potrà usufruire della mappa su Google. Mappa che segnalerà punto dopo punto, opera dopo opera, il Sentiero dell’Unicorno, cui si aggiungeranno dei punti relativi ai Beni del Paese (Chiesa, Castello, Palazzi). A percorso completato, arrivati quindi all’opera finale (l’ottava), il visitatore potrà ottenere un regalo/ricordo/omaggio, accedendo attraverso un QR Code.