Come noto la nostra associazione nasce con lo scopo, tra gli altri, di far conoscere e amare il nostro territorio e di sensibilizzare i distratti sulla necessità di salvaguardare il patrimonio culturale, artistico e soprattutto naturalistico dall’assalto dell’ignoranza e dell’indifferenza di chi ancora crede che l’ambiente sia al nostro servizio.
Ne sono testimoni le buste stracolme di immondizie varie che ogni volta riportiamo indietro al ritorno dalle escursioni e l’attenzione che poniamo nel riaprire i percorsi semiabbandonati.
Per questo siamo stati assaliti da un immenso senso di scoraggiamento e rabbia quando in una delle ultime escursioni al Monte Castellare ci siamo trovati davanti a un vero e proprio scempio perpetrato ai danni del bosco da alcuni tagliatori, i quali per raggiungere la zona destinata al ceduo, non hanno esitato ad abbattere decine di alberi di ogni dimensione anche al di fuori della larghezza necessaria al transito del trattore.
Non paghi, hanno attraversato il castelliere risalente alle popolazioni umbre che popolavano la zona prima dei romani, sventrandone la cinta muraria che cinge la sommità del Monte Castellare.
Ci siamo immediatamente attivati allo scopo innanzitutto di accertarci se il fatto fosse riconducibile al nostro Dominio Collettivo accompagnando sul posto un rappresentante, successivamente abbiamo inoltrato una segnalazione all’autorità competente la quale, dopo un sopralluogo eseguito insieme a noi, ci ha assicurato che provvederà a svolgere le opportune indagini e perseguire i responsabili peraltro già individuati.
Ci chiediamo però chi sia deputato a sorvegliare l’operato di questi individui i quali, che si tratti di immigrati dell’est o, come in questo caso, di persone provenienti da altre regioni italiane, vedono il bosco esclusivamente alla stregua di una forma di guadagno e poco importa se per risparmiare tempo si distruggono testimonianze del passato come carbonaie o manufatti oppure si abbandonino in giro catene di motosega o taniche di olio.
Il responsabile di quanto descritto sembra essere stato già al centro di accertamenti da parte dei Carabinieri Forestali, i quali ci hanno confidato di averlo già sanzionato più volte.
Ma allora, non sarebbe stato il caso di imporre prima il percorso da seguire?
Leggerezza? Errore di valutazione? Cronica mancanza di personale delle Forestali?
Quello che è certo è che le tracce di questa vicenda e di chissà quante altre che non abbiamo avuto la possibilità di vedere, resteranno chiare nel terreno per i prossimi trent’anni.
Senza contare che nessuno andrà mai a ripristinare le pietre abbattute del castelliere che ha attraversato più o meno indenne 2500 anni di storia fino ad incontrare il famigerato boscaiolo abruzzese.

La strada aperta ai danni del bosco

L’apertura nelle mura del castelliere

La vista verso Amelia, dalle mura sbrecciate del castellare

La “breccia” aperta nelle mura del castelliere