Sui Monti Amerini in antichità erano praticati diversi lavori legati al patrimonio boschivo e ai pascoli. C’erano ad esempio i boscaioli, i pastori, vi erano le fornaci di calce e di carbone che spesso impiegavano famiglie intere e molte altre persone.
Oltre a questi, vi erano i cacciatori conto terzi, che praticavano la caccia (come quella tradizionale al colombaccio) e la selvaggina che cacciavano era destinata ai signori per i quali lavoravano.
Ma oltre a questi c’erano dei cacciatori diversi: i lupari.
Erano veri e propri cacciatori di lupi che facevano battute di caccia in gruppo oppure come singoli allo scopo di rendere un “servizio” alla comunità liberando i boschi dai temuti lupi.
All’epoca il lupo rappresentava per i pastori una minaccia alla sopravvivenza delle proprie famiglie, decimava le greggi ed era visto come un flagello.
Una volta che il cacciatore aveva ucciso i lupi venivano impagliati e sistemati in maniera da essere esibiti.
A quel punto il luparo andava in giro per le vie dei paesi e passando casa per casa a questuare le offerte per il suo lavoro.
A volte riceveva un uovo, del formaggio, beni in natura e qualche soldo, con cui tutti lo ricompensavano specialmente i pastori, che vedevano come prezioso il suo lavoro.
Il Luparo sui Monti Amerini
Vi sono immagini come quelle pubblicate in questo articolo che documentano come nel centro abitato e nelle città della zona come Amelia ad esempio, fosse in uso questa pratica.
Pare che in passato non vi fossero tanti lupi sui Monti Amerini ma si racconta che tanti anni fa, nel secondo dopoguerra, un cacciatore rimasto isolato dal suo gruppo dovette rifugiarsi in cima a un albero, assicurandosi legando la cintura dei pantaloni ad un ramo per non cadere poichè sotto vi erano un branco di lupi che si aggiravano nervosamente…
Nell’area dei Monti Amerini si ricorda che nel ‘56 in seguito alla storica nevicata i lupi si avvicinassero alle case a ai centri abitati in cerca di qualcosa da mangiare.
La ricomparsa del Lupo
Di fatto, il lupo era stato ridotto a pochi esemplari già negli anni 70, e la crudeltà di questa pratica ora è solo un ricordo documentato benchè anche ai giorni nostri non mancano purtroppo atti criminosi contro questo animale la cui popolazione è minacciata.
Per via dello spopolamento della montagna le condizioni dei selvatici hanno creato requisiti favorevoli affinchè ad oggi il lupo compare di nuovo anche nelle nostre aree preappenniniche.
Una presenza che salutiamo con gratitudine poichè un predatore come il lupo tende a riequilibrare la fauna dei selvatici quali i cinghiali.
© F. Cianchi/WWF Canon
Immagine allegata all’articolo di wwf italia
www.wwf.it/lupo/
Il lupo è uno degli animali più protetti e si sta finalmente sgretolando anche il mito negativo del lupo “cattivo”.
Del resto l’uomo si è dimostrato troppo spesso molto più dannoso e pericoloso del lupo…