I monti d’inverno sono belli, con la neve ancora di più.
Però possono presentare dei rischi. E non importa a volte se i monti non sono particolarmente alti, come i Monti Amerini, in caso di neve cambiano tutte le condizioni.
La neve è un elemento che nei mesi invernali la fa da padrona e prima di tutto rende difficile la lettura del paesaggio. Può capitare che con la neve si fatichi a riconoscere posti che abbiamo frequentato a lungo, anche quelli più familiari.
Inoltre vanno sempre considerate le condizioni fisiche ed emotive individuali, non trascurando anche che il freddo può agire sul nostro corpo e metterci nei guai.
Sui Monti Amerini, che erano molto frequentati in passato, c’erano viandanti anche d’inverno per gli scambi di merci e i passaggi fra i paesi.
La storia che vogliamo ricordare risale agli anni ‘30: è la storia di un padre che attraversava i Monti Amerini da Cocciano per ritornare a Melezzole, dove lo aspettavano i suoi figli, che nel frattempo erano a casa con la zia.
Romeo, abitava a Melezzole, era vedovo e aveva 4 figli. Il figlio maggiore era stato preso come garzone e viveva a Cocciano, presso la famiglia con cui lavorava, come si usava fare al tempo. La paga che riscuoteva, era destinata al sostentamento dei fratellini e del padre, infatti veniva pagato in farina e altri beni di consumo. Così Romeo col suo asino passava le montagne, scendeva a trovare il figlio e, caricato il sacco di farina sul suo asino tornava a casa dai figli più piccoli.
Era l’ultimo giorno dell’anno, il 31 dicembre 1929, era tarda mattina, quando Romeo si apprestava a ritornare a Melezzole dai figli, attraversando le montagne con il suo asino e il carico di farina. Le condizioni atmosferiche erano peggiorate, era freddo e nevicava. Testimoni raccontano di raffiche forti di vento e neve, si ricorda che quello fu un inverno freddo in cui mancò la corrente elettrica per un mese.
Viste le pessime condizioni, il freddo e la neve, i coccianesi chiesero a Romeo di restare, di non rimettersi in cammino verso i monti ma di aspettare il mattino seguente. Romeo invece, desideroso di tornare dai figli, riprese la via: non poteva immaginare il tragico destino che lo attendeva.
Partì da Cocciano verso le 11 di mattina, ebbe difficoltà ad attraversare il valico e arrivato nei pressi di Piano Puosi lo colse la tormenta di neve, egli disorientato non trovò più la strada per riscendere a Melezzole.
Disperso e sopraffatto dal freddo, mise al sicuro il sacco di farina sotto un albero, slegò l’asino e si sedette sotto un leccio, dove si addormentò.
I soccorritori il giorno dopo trovarono l’asino che si era salvato grazie al basto, trovarono il sacco di farina che aveva messo al riparo, e infine lui, ormai senza vita.
Oggi a ricordare Romeo e la sua storia c’è una piccola croce di legno sui Monti Amerini, con la data iscritta su un sasso, omaggio di un animo sensibile.
![La croce che ricorda Romeo](https://www.trekkingmontiamerini.com/wp-content/uploads/2018/12/Croce_poro_Romeo-225x300.jpg)
La croce che ricorda Romeo sui Monti Amerini
Questa storia ci ricorda che la montagna d’inverno, come ogni ambiente naturale, presenta dei rischi ai quali bisogna essere preparati. E non importa se la montagna è di altezza inferiore ai mille metri, preparati significa anche pronti a rinunciare ad uscire per evitare di mettersi in pericolo.
Si ringrazia per la testimonianza orale il signor Carlo Panfili