Ognuno di noi è emotivamente legato a luoghi unici che rappresentano una parte importante della nostra vita e che vorremmo fossero protetti per sempre.
Per questo vogliamo invitarvi a scoprire il Bacino del Rio Grande di Amelia, un luogo che è stato fra i più votati al censimento FAI “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare.
A Nord-Ovest della città di Amelia ai piedi del colle dove sorge l’antica città umbra, si trova il Bacino del Rio Grande luogo di suggestiva bellezza, un tempo risorsa economica oggi risorsa ambientale, turistica, sociale e formativa per le generazioni presenti e future.
L’invaso, conosciuto come Lago Vecchio, è da considerarsi a tutti gli effetti come un lago artificiale in quanto formato dallo sbarramento del Rio Grande con la Diga di Ponte Grande realizzata in corrispondenza della gola che si viene a formare tra il monte Cimini ed il Colle di Amelia.

Incastonato nel complesso dei Monti Amerini e con essi Sito di Interesse Comunitario (SIC),il Rio Grande è un torrente tributario del Tevere che nei pressi della città di Amelia incontra due sbarramenti: una prima diga di monte detta la Para che ha generato il Lago Vecchio e una seconda di valle detta dei Finestroni dalla quale, ricevuto l’afflusso del fosso di Macchie con cui costituisce un ulteriore bacino lacustre, si getta nella valle sottostante.
Grazie a questi due bacini, Amelia disponeva di una notevole riserva idrica, ora venuta meno a causa del progressivo interramento degli stessi.
La diga della Para ha un impianto di probabile matrice romana del tutto perso, essendo stata ricostruita attorno al Duecento e restaurata successivamente.

Il Lago Vecchio
L’antica struttura conteneva il flusso di acqua torrentizia proveniente dalle valli di Montecastrilli e Avigliano consentendo la molitura di grano e olive: il Lago Vecchio serbatoio soprastante forniva la necessaria forza motrice per i cinque mulini a valle, abbandonati solo nel secondo dopoguerra e ancora visibili.
La seconda diga dei Finestroni è detta anche del Ponte Grande per la giustapposizione sopra le strutture idrauliche medievali del ponte ideato nel 1880 e parzialmente ricostruito dopo il bombardamento subìto durante la seconda guerra mondiale.
Quest’ultima è inoltre tradizionalmente attribuita all’età dell’imperatore Aureliano (270-275 d.C.), ipotesi che potrebbe essere confermata dallo studio dei materiali ancora visibili alla base e dal riconoscimento della rilevanza della città in età antica dato passaggio della via Amerina.
Le due dighe quindi costituiscono un unicum di primissimo pregio: se la Para con le sue raffinate fattezze è tra le più antiche dighe ad arco superstiti successive alla caduta dell’impero romano, la diga del Ponte Grande potrebbe essere una delle pochissime sopravvissute dell’età romana.
Un bene storico quindi di valore inestimabile inserito in un paesaggio incontaminato, per secoli fulcro della biodiversità del territorio che attraversa.

I Mulini del Fosso del Rio Grande
L’invaso serviva in passato per il funzionamento dei mulini a valle dello sbarramento. Il Lago, non svolgendo più la sua funzione di accumulo delle acque, è oggi utilizzato a scopi turistico – ricreativi. Già dai primi anni del secolo la popolazione locale incominciò ad intravedere nel Rio Grande un luogo ideale e piacevole per rilassarsi.
Dal 1974 si occupa del sito e opera per mantenere vivo l’interesse sullo stesso l’associazione Amici del Rio Grande nata come circolo di pescatori e ancora oggi custode del territorio e delle sue peculiarità. Alcuni interventi sono stati fatti in passato per la rivalutazione dell’area che oggi presenta un bel percorso pedonale dotato di pubblica illuminazione e munito di attrezzature sportive lungo la sponda destra del lago.
“Gli amici del Rio Grande” con grande impegno hanno provveduto alla realizzazione di impianti ricreativi come la spiaggia per l’approdo delle barche e l’area attrezzata per picnic. Entrambi questi servizi si trovano sul ramo sinistro del Rio Grande e costituiscono oggi il punto di riferimento per coloro che decidono di trascorrere una domenica al Lago, sempre da qui partono i sentieri che costeggiano il ramo destro e che permettono di immergersi nella natura del luogo, di visitare la vecchia diga medioevale della Para e di fare attività sportiva.

Progetto Frutti Antichi
E’ stato inoltre realizzato il “Progetto Frutti Antichi”, dedicato alla valorizzazione delle specie arboree autoctone a rischio di estinzione con l’obiettivo di curare la trasformazione e la commercializzazione dei derivati. Se l’ambiente contestuale già tutelato è stato ridisegnato e valorizzato, altrettanto non può essere affermato per il bacino in quanto tale.
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Dagli anni Settanta gli scarichi di fondo della diga del Ponte Grande sono stati tamponati, impedendo lo svuotamento ed il dilavamento del bacino, attuato fino ad allora con cadenza decennale. Inoltre anche il Lago Vecchio è a sua volta completamente interrato e non trattenendo più i materiali di sedimentazione li riversa nel Rio Grande.
La mancata manutenzione idraulica ha ridotto l’invaso a pochi centimetri d’acqua ed in estate l’alveo è del tutto arido, rovinando la fauna ittica e le varietà vegetali dell’ambiente circostante.
Il ripristino della funzionalità idrica del bacino potrebbe consentire il recupero di orti e vivai oggi scomparsi che per secoli hanno ravvivato le sponde ma anche il transito e la permanenza di specie tipiche di zone lacustri in passato già presenti e più volte avvistate, ponendo le basi per la nascita di un’oasi naturale e faunistica.
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