Le Fornaci di calce sui Monti Amerini.
Un tempo i Monti Amerini erano molto transitati sia per gli scambi di merci, sia per il pascolo delle greggi che per raggiungere i paesi che si trovano alla parte opposta dei monti. Tuttavia erano sempre abitati e insediati per tutte le attività connesse al quotidiano e allo sfruttamento delle risorse boschive. La pietra calcarea di cui i Monti Amerini sono pieni veniva usata per la cottura e per la produzione della calce che poi serviva per le costruzioni locali e anche per essere commerciata.
Le fornaci di calce, ancora visibili in diversi punti sui Monti Amerini, erano formate da una struttura di sassi squadrati resistenti al calore ed erano costruite nei pressi di una strada per facilitare il trasporto di rocce calcaree e del legname che serviva a produrre la calce.
Si sfruttavano i legnami del bosco, gli scarti oppure le fascine di legna. Un tempo le fascine trovavano un largo impiego nelle fornaci per la cottura della calce. Le fornaci erano una sorta di pozzi scavati nel terreno, che venivano riempiti di pietre calcaree e di fascine.
Dopo aver preparato il tutto si appiccava il fuoco, che andava alimentato per alcuni giorni, fin quando i sassi si cuocevano, diventando così calce.
Un informatore di Lugnano ricorda questa procedura: «se facéano i pózzi rotóndi, co ’na bbuchétta pe mmannà ddéntro le légna e llì se facéa la carce… la fornace èra fatta a vvòlta, riempita de sassi…e ssu ccima ce se facéa la cróce…si vvedévi da arde quélle fornace…quanno ’l zasso cuminciava a incendiasse venéano su quélle fiare alte che èra ’na bbellézza! ’Ste fornaci toccava infornalle pe ’na diecina de ggiórni. Pe ccarreggià i fasci c’èra ’l carro o sinnò c’èrano le fémmine che le carreggiàvano su la capòccia…ppò quanno che ’ste fornaci èrano còtte facéano ’l fume chjaro chjaro e sse bracàvano.»
La calce prodotta veniva usata, mescolata alla sabbia, come materiale per la costruzione delle case; come intonaco, per l’imbiancatura dei locali (date le sue caratteristiche disinfettanti) e anche in agricoltura.
Alcune persone provvedevano alla cottura della calce per farne un commercio, rivendendo ciò che avevano prodotto, invece in molti casi erano proprio i privati che dovendo costruire e non trovandosi il materiale necessario provvedevano a prepararsi la calce a kilometro zero, costruendosi una piccola fornace di calce nelle vicinanze del cantiere. C’è da dire che le costruzioni un tempo erano davvero umili, le case erano generalmente di pochi vani, ma era comunque molto faticoso dover provvedere anche alla preparazione dei materiali da costruzione.
Bibliografia
“Le voci della memoria. Viaggio da Amelia a Baschi tra parole e cose di ieri”
Sabrina Zappetta